Sabato 14 luglio 2018, alle ore 17:00 presso la Sala Consiliare del Municipio di Roana verrà presentato al pubblico il nuovo dizionario on-line del cimbro dei Sette Comuni (Bóartpuuch dar zimbrischen zungen von Siban Komäun), edito dall’Istituto di Cultura Cimbra di Roana con il contributo della Regione Veneto e della Banca Alto Vicentino. Questo nuovo dizionario, curato dal prof. Luca Panieri (Università IULM di Milano) con la collaborazione della dott.ssa Elisa Cugliana (Università Ca’ Foscari di Venezia) e dell’ing. Carlo Zoli (Smallcodes srl), rappresenta un significativo contributo nella conservazione e nella valorizzazione della lingua cimbra, che viene presentato al pubblico in occasione del 45° anniversario dalla fondazione dell’Istituto.
Per l’edizione 2018 di Hoga Zait, l’Amministrazione Comunale di Roana ha voluto approfondire l’aspetto del costume tipico dell’Altopiano, andando a ricercare le fonti più antiche o quantomeno quelle che ci riportassero ai tempi della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni; da una pubblicazione dell’Istituto di Cultura Cimbra del 1979 (Quaderno di Cultura Cimbra n.4, “I Costumi dei Sette Comuni”, a cura di Mario Basso), sono state tratte indicazioni molto precise che erano contenute in un manoscritto inedito dell’Abate Modesto Bonato (1812 – 1902) riferibili ad un periodo coevo alla fine della Reggenza. Con la preziosa collaborazione del dott. Giancarlo Bortoli si è cercato quindi di interpretare stilemi ed usi cimbri in ambito sartoriale. Idee e disegni si sono tradotti in modelli e successivamente in costumi grazie al lavoro della Sartoria Nuvola di Recoaro che aveva già esperienza in costumistica storica. L’abito degli Schellaträgar rappresenta quindi la riproduzione più vicina alla realtà storica riferibile alla fine del ‘700 ed inizi dell’800.
È stato pubblicato il nuovo Quaderno di Cultura Cimbra numero 70. Un numero significativo per indicare la durata, la resistenza, la consistenza di un lavoro svolto per 40 anni tra difficoltà di ogni genere, in una realtà di montagna, in una situazione marginale e isolata. Nel primo Quaderno pubblicato nel 1978 abbiamo scritto che la nostra tradizione culturale millenaria “non può estinguersi senza lasciare una traccia, senza lasciare una eredità di ricordi e di indicazioni utili per il nostro futuro. È una esperienza culturale senza ambizioni e senza illusioni. Con la consapevolezza dei pericoli che vanno da un certo gusto di ricerca archeologica, fino a montature campanilistiche e possibili strumentalizzazioni politiche che noi respingiamo”. Parole che confermiamo in questo 2018, con una nuova convinzione e con una più profonda consapevolezza. Questo Quaderno viene da questa tradizione, secondo la nostra linea di ispirazione: “Bon nòjame - di nuovo - auf ein neues” e ancora “Hörtan büar - sempre avanti - immer weiter”.
Il Quaderno n. 70 si apre con l’annuncio della realizzazione della nuova banca dati globale del lessico cimbro: “Haltabar au de zunga”, teniamo su la lingua, è l’ispirazione di questa operazione che, utilizzando i nuovi linguaggi informatici e digitali, può salvare la lingua cimbra in modo più incisivo e divulgativo, stimolando anche nuove forme di rafforzamento e di rivitalizzazione. Il prof. Panieri, ideatore e coordinatore di questa iniziativa, ha precisato tra l’altro che essa costituisce “un bell’esempio di come il sapere scientifico possa uscire dallo stretto ambito della disquisizione accademica, per porsi al servizio della comunità”. Il nuovo dizionario on-line può costituire il primo passo di nuovi sviluppi di ricerca e di divulgazione, come anche la sua pubblicazione in forma cartacea. Lo stesso prof. Panieri suggerisce che “è di vitale importanza che anche il cimbro assuma uno spessore storico, cioè che ritrovi la sua reale identità, affrontando le enormi sfide che deve affrontare ai giorni nostri, trovando le risposte soprattutto all’interno della sue stessa tradizione linguistica”.
Viene poi segnalato da Enrico Sartori il nuovo lavoro di Giancarlo Bortoli dedicato a “Il vocabolario comparato della lingua cimbra e altri scritti di Agostino Dal Pozzo”, con un saggio riguardante gli studi del Dal Pozzo e con una serie di dizionari, di florilegi e di materiali in parte inediti. Stimolante è la considerazione di Remigius Geiser nella sua introduzione: “Tra tutti i dialetti di lingua tedesca, il cimbro è il più analizzato e il più documentato”.
Segue il ricco “Contributo alla toponomastica di Gallio” di Elisabetta Girardi, con una serie di voci raccolte in atti notarili e in vari archivi che attestano la tradizione cimbra radicata a Gallio, come già dimostrato nelle sue opere da Danillo Finco. Si tratta di toponimi che potranno essere utilizzati proficuamente da storici e linguisti.
Il Quaderno prosegue con testimonianze di lingua cimbra, segnalazioni di pubblicazioni e di ricorrenze, fatti di cronaca che mostrano la vitalità della cultura cimbra. Tra i fatti di cronaca, hanno riscontrato un particolare successo le manifestazioni in ricordo del teologo mons. Luigi Sartori nel decimo anniversario della sua morte, manifestazioni culminate nella visita a Roana di mons. Georg Ganswein, segretario di Papa Ratzinger, amico di mons. Sartori. Alla manifestazione hanno partecipato anche il presidente e alcuni rappresentanti del Curatorium Cimbricum Bavarense. È stata una bella festa di amicizia e di cultura cimbra, come si può constatare anche da alcune documentazioni fotografiche riportate.
L’ultima parte del Quaderno è dedicata al tema del profugato dei Sette Comuni durante la Grande Guerra. Vengono riportati i testi di due contributi fatti da Sergio di Benedetto su “I profughi dell’altopiano nel circondario di Varese” e dal presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra su “Il profugato dei Sette Comuni: testimonianze storiche e letterarie”. Il primo contributo è un esempio dell’ampiezza della tragica dispersione della popolazione dell’altopiano in tutte le regioni italiane, ricostruita in base a memorie e a documentazioni ancora esistenti. Il secondo contributo è tratto dagli atti dei Convegni di studio organizzati a Trento, Vicenza, Asiago sul tema delle “Chiese e Popoli delle Venezie nella Grande Guerra”, divenuto un volume di oltre 500 pagine, edito dall’Istituto di Storia di Vicenza. Ringraziamo vivamente questo Istituto per la concessione alla pubblicazione del saggio sul nostro Quaderno, saggio in cui sono messi in evidenza i tratti essenziali di quello che stato definito “un dramma nel dramma”: il dramma delle immense sofferenze di popolazioni costrette all’esodo dalla propria terra per oltre 4 anni, sullo sfondo del dramma apocalittico che ha martoriato il Veneto, l’Italia e l’Europa nel folle e immane cataclisma di quella “inutile strage” che è stata la Grande Guerra.
Torna dal 12 al 22 luglio 2018 “Hoga Zait - Il Festival Cimbro”, organizzato dal Comune di Roana, con la collaborazione delle sei Pro Loco Comunali, del Comune di Rotzo, dell’Istituto di Cultura Cimbra di Roana, e con il patrocinio della Provincia di Vicenza e della Regione Veneto. “Hoga Zait”, è una rassegna di appuntamenti che ha come filo conduttore l’identità cimbra: verranno proposti dieci giorni di spettacoli, incontri culturali e del gusto, laboratori, rievocazioni storiche, mostre, concerti, giochi e momenti folklorici che avranno luogo nei territori di Roana e Rotzo.
Maggiori informazioni sul sito www.hogazait.it.
Sabato 26 maggio 2018 si svolgerà a Terragnolo (TN) una manifestazione dedicata alla cultura ed alla tradizione cimbra, alla quale parteciperanno i rappresentanti delle varie realtà cimbre del Trentino e del Veneto.