E’ noto come l’interesse per cultura cimbra negli anni 1970-1980 ha portato a numerosi rapporti di amicizia, gemellaggi, scambi, tra l’altopiano e la Baviera. Alcuni rapporti continuano, come il gemellaggio tra il Comune di Roana e Velden e lo scambio culturale tra l’Istituto di Istruzione Superiore di Asiago e il Gymnasium di Vilsbiburg. Nell’ambito di questi rapporti è avvenuto nei giorni scorsi un viaggio a Benediktbeuren da parte di alcuni rappresentanti dell’Istituto di Cultura Cimbra dell’altopiano in compagnia con un gruppo di cimbri della Lessinia Veronese, guidati dal Curatorium Cimbricum e dai sindaci di Selva di Progno e di Velo Veronese.

Benediktbeuern è una grande abazia benedettina importante nel medioevo non solo sul piano religioso, ma anche sul piano sociale ed economico. Qui sono stati trovati alcuni documenti, ora conservati nella Biblioteca di Stato Bavarese, che testimoniano la partenza intorno all’anno 1000 di numerose famiglie, che si sono spinte da condizioni di fame e di carestia, verso la montagna veronese e vicentina in cerca di terre da coltivare per vivere. I due gruppi di cimbri veronesi e vicentini sono stati accolti cordialmente dal Rettore dell’Abazia che ha illustrato la bellezza storica e artistica di quel complesso monumentale. E’ seguito il saluto del Sindaco di Benediktbeuern che in un momento di festa ha espresso la felicità di questo incontro e di questa amicizia tra Veneto e Baviera. E’ stato interessante conoscere come un piccolo centro ai piedi delle alpi bavaresi organizza la sua offerta turistica sul piano naturalistico e culturale. Il soggiorno a Benediktbeuern viene presentato come “ prendere un profondo respiro in una natura pulita e genuina “. In particolare l’abazia non è soltanto un monumento storico, ma anche sede di organismi e associazioni religiosi e culturali regionali e nazionali, che portano in questo piccolo comune ( 3000 abitanti ) un movimento di 1000 persone al giorno.

L’occasione di questo viaggio è stata data anche dalla festa di San Leonardo, rinnovata ogni anno nella prima domenica di novembre, che vede tra l’altro una sfilata di oltre 250 cavalli bardati a festa con preziose rifiniture, che trasportavano gruppi folkloristici ispirati a diversi motivi tradizionali. Un momento particolarmente intenso è stato segnato alla fine della messa solenne, accompagnata da coro e orchestra barocca, quando Pierangelo Tamiozzo è stato invitato a cantare Grussadich Maria, l’Ave Maria in lingua cimbra, nella basilica affollata che ha salutato con un grande applauso. Era significativo seguire la preghiera nell’antica lingua di poveri montanari, partita da quelle valli 1000 anni fa , arrivata e conservata sui nostri monti, tornata tra gli splendori degli stucchi dorati di quella basilica.

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